Una formazione spirituale soda e sicura aveva aperto lo spirito di fra Massimiliano ad una acuta penetrazione del mistero di Cristo. Si sentiva fortemente e responsabilmente inserito nella storia e nella vita della Chiesa, come in quella del suo Ordine Francescano; e ardeva del desiderio di operare alla edificazione e difesa del Regno di Dio, sotto il patrocinio di Maria Immacolata, e di impegnare i confratelli ad un rinnovato filiale e cavalleresco servizio alla Madre di Dio. Questi sentimenti di fede e propositi di zelo, che padre Massimiliano sintetizzava nel motto: "Rinnovare ogni cosa in Cristo attraverso l’Immacolata"; stanno alla base della istituzione della "Milizia di Maria Immacolata" (M.I.), cui aveva dato statuto e vita il 16 ottobre 1917; come pure costituiscono il fermento che animerà tutta la vita spirituale e apostolica di padre Massimiliano, fino al suo martirio di carità.
Nel 1919 padre Massimiliano era di nuovo in Polonia dove, nonostante le difficoltà di una grave malattia che lo costringeva a prolungate degenze nel sanatorio di Zakopane, si dedicò con ardore nell’esercizio del ministero sacerdotale e alla organizzazione della M.I. Nel 1919 a Cracovia ottenne il consenso dell’Arcivescovo a stampare la "Pagella di iscrizione" alla M.I. e poté reclutare fra i fedeli i primi militi dell’Immacolata. Nel 1922 diede inizio alla pubblicazione di "Rycerz NIepokalanej" (Il Cavaliere dell’Immacolata), Rivista ufficiale della M.I., mentre a Roma il Cardinale Vicario approvava canonicamente la M.I. come "Pia Unione". In seguito la M.I. troverà adesioni sempre più numerose tra sacerdoti, religiosi e fedeli di molte nazioni, attratti dal programma del Movimento mariano e dalla fama di santià del fondatore.
LA GRANDE REALTA’
In Polonia intanto padre Massimiliano ottenne di poter costruire nel Convento di Grodno un centro editoriale autonomo che gli consentiva di pubblicare con più proficua redazione e diffusione "Il cavaliere" per "portare l’Immacolata nelle case, affinché le anime avvicinandosi a Maria ricevano la grazia della conversione e della santità":
Fu una esperienza di vita spirituale e apostolica che durò cinque anni e preparò la programmazione di un’altra impresa. Nel 1927 padre Kolbe diede inizio alla costruzione, nei pressi di Varsavia, di un Convento-città, che chiamerà "NIEPOKALANOW" (Città dell’Immacolata). Fin dagli inizi Niepokalanow assunse la fisionomia di una autentica "Fraternità francescana" per l’importanza primaria data alla preghiera, per la testimonianza di vita evangelica e la alacrità del lavoro apostolico.
Ben presto Niepoklanow diventò un importante e fecondo centro vocazionale che accoglieva i sempre più numerosi aspiranti alla vita francescana nel suoi seminari, e un centro editoriale che pubblicava in aumentata tiratura: "Il Cavaliere", e altre riviste per giovani e ragazzi e altre opere di divulgazione e formazione cristiana.
Nel 1939 padre Kolbe, missionario di Cristo e di Maria, partì per l’Estremo Oriente. Nel mese di aprile approdò in Giappone e raggiunse Nagasaki, dove accolto benevolmente dal Vescovo, dopo appena un mese era in grado di pubblicare in lingua giapponese "Il Cavaliere dell’Immacolata". Fu poi costruito sulle pendici del monte Hicosan alla periferia da Nagasaki un nuovo convento-città che prese il nome di "Mugenzai non Sono" (Giardino dell’ Immacolata), in cui padre Kolbe organizzò e formò la nuova comunità francescana missionaria sul tipo di quella di Niepokalanow.
L’attività editoriale arrivò a pubblicare "Il Cavaliere", con una tiratura di 50.000 copie e in una redazione perfezionata che il Vescovo di Nagasaki riconobbe corrispondente alla "mentalità dei Giapponesi fino a destare entusiasmo e favorevoli consensi, e fino ad arrivare a seminare nei cuori pagani l’ammirazione prima, e poi l’amore verso l’Immacolata, e a chiamarli e condurli alla vera fede".
Padre Kolbe, autentico apostolo di Maria, avrebbe voluto fondare altre "Città dell’Immacolata" in varie parti del mondo;
ma nel 1936 dovette ritornare in Polonia per riprendere la guida di Niepokalanow e per essere, secondo i disegni di Dio, testimone dell’amore di Cristo e di Maria di fronte al mondo nella terribile ora incombente. Negli anni 1936-1939 Niepokalanow raggiunse il massimo sviluppo della sua attività vocazionale ed editoriale. Padre Kolbe, ricco delle nuove esperienze acquisite in Giappone, si dedicò non solo a impartire una intensa formazione spirituale alle numerose vocazioni che continuamente affluivano, ma anche a curare la efficiente organizzazione dell’ apostolato stampa.
Circa 800 frati, consacrati all’Immacolata, erano intenti alla redazione, alla stampa e alla diffusione di libri, opuscoli e periodici tra i quali: "Il Cavaliere", con tiratura di 750.000 e talvolta 1.000.000 copie, e il "Piccolo Giornale", che raggiungeva 130.000 copie nei giorni feriali e 250.000 copie nei giorni festivi.
Nel frattempo padre Massimiliano ebbe l’opportunità di dedicarsi anche a completare l’organizzazione della M.I. diffusa nel mondo; ricorreva nel 1937 il ventennale di fondazione e il padre Kolbe lo commemorò a Roma, dove nel mese di febbraio gettò le basi per la creazione di una "Direzione Generale M.I."